Parliamo di benessere, quello vero e sostenibile

Parlare di benessere vuol dire spalancare una porta oltre la quale vi è un mondo assai più ampio di quello che potrebbe sembrare. Andiamo infatti ben oltre rispetto al classico benessere fisico o economico, addentrandoci in temi che coprono l’intera nostra esistenza. E, naturalmente, come sempre ci piace fare, proviamo a metterli in connessione con le attività che le farmacie, più o meno consapevolmente, svolgono ogni giorno.

Per aiutarci in questa esplorazione ci avvaliamo di un set di indicatori, il Bes (Benessere equo e sostenibile), sviluppato da Istat e Cnel per misurare il progresso della società, non soltanto dal punto di vista economico (cosa che viene fatta attraverso il Pil), ma anche sociale e ambientale. Non a caso gli indicatori che vengono utilizzati fanno riferimento, per esempio, alla salute, alle relazioni sociali, all’ambiente, alla qualità dei servizi, al benessere soggettivo, al lavoro e conciliazione dei tempi di vita e ad altri temi sui quali non entreremo.

Un’analisi di questi fattori fu già proposta in Cosmofarma alcuni anni fa, ma mi piace soffermarmi (e dunque ritornare) su quelli citati, in quanto ci permettono di fare alcune importanti connessioni con il ruolo in piena evoluzione della farmacia e del farmacista. Incominceremo osservando che, in base al rapporto Bes 2023, la situazione generale della salute degli italiani risulta stabile con alcuni dati positivi, quali la riduzione della percentuale di persone sedentarie e dei fumatori, del tasso di mortalità per tumori e il miglioramento del dato sulla speranza di vita.

Abbiamo però anche alcuni numeri non molto confortanti: se da un lato la salute mentale delle persone è considerata stabile (anno su anno), risulta peggiorare quella dei giovani e, in particolare, delle ragazze. Per continuare con le dolenti note, peggiora anche l’indice relativo all’obesità, così come quello sulla speranza di vita in buona salute (quest’ultimo in evidente contrasto con quanto raccontato in queste colonne in merito al tema della longevity, da intendersi non come speranza di vita in generale, ma vita in buona salute).

Per continuare con i temi legati al mondo sanitario, il Bes evidenzia una generale preoccupazione della popolazione per la diminuzione dei medici di medicina generale (in particolare considerando l’aumento della vita media delle persone) e, allo stesso tempo, una diminuzione della fiducia nei confronti di questa categoria.

Un’altra cosa importante che emerge è la crescente necessità di servizi di assistenza domiciliare per persone anziane (e, ancora una volta, l’aumento progressivo dell’età media farà crescere questo tipo di richiesta), unito ai servizi di telemedicina che, oltre a favorire le persone con difficoltà di movimento, possono anche incontrare i desiderata di chi vuole risparmiare tempo e quindi soddisfare un altro bisogno (sempre monitorato dal Bes) e cioè la conciliazione dei tempi di vita (personale) con il lavoro, il cosiddetto work-life balance di cui, ormai, si sente parlare tantissimo (e qui non è più un tema di anziani, ma, anzi, di giovani generazioni).

Possiamo aggiungere un’ulteriore osservazione in merito alle relazioni sociali che, sappiamo, sono uno degli elementi che contribuiscono ad aumentare la qualità della vita e, dunque, anche la longevity. Qui sono le persone anziane a necessitare di maggiore supporto, cosa che forse non stupisce, ma sulla quale vale la pena di riflettere.

Sono dunque parecchi i punti sui quali la farmacia può espletare il proprio ruolo che, in questo caso, definirei “sociale” ancor più che sanitario. Ancora una volta si parla di prevenzione, si può pensare al tema dell’obesità con programmi specifici; il rapporto a distanza, che non è solo la consegna a domicilio. L’ascolto: per gli anziani, ma anche per i giovani. Nuovi scenari, nuove sfide per una farmacia che cambia, che è al passo con i tempi e che può essere sempre più strategica e fondamentale nella vita delle persone.

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